A dieci anni dalla scomparsa di don Mario | |
Scrivere e parlare al presente per ricordare è un’operazione non facile, perché c’è partecipazione emotiva; ma questo è voluto e dovuto. Nella serata del 4 giugno 2014, dieci anni fa, nell’ospedale di San Giovanni Rotondo don Mario De Santis, rettore della Pontificia Basilica di San Bartolomeo Apostolo in Benevento e già parroco di Monterocchetta, Toccanisi e San Marco ai Monti lascia la vita terrena. Don Mario nasce il 1° settembre 1942 a Napoli, città dove il papà Marcellino lavora come geometra nei cantieri navali di via Marittima, mentre la madre Anita Aloia, casalinga, cresce ed educa i figli. Sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale la famiglia De Santis è sfollata in San Nicola Manfredi e si trasferisce poi a Benevento. Dopo la maturità scientifica, Mario prosegue gli studi frequentando la facoltà di Medicina a Napoli. Al secondo anno di università la chiamata e l’ingresso nel Seminario regionale di Benevento. Studia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma dove consegue la licenza in teologia dommatica ed è ordinato sacerdote il 28 giugno 1969 a Benevento dall’arcivescovo mons. Raffaele Calabrìa. Nominato subito vice-parroco di S. Sofia in città in aiuto di don Gennaro Capasso. Don Mario, sacerdote d’avanguardia, in quei difficili anni ’70, attua in pieno il Concilio Vaticano II con dinamismo e creatività. Segue i giovani del Movimento studenti di Azione cattolica, che con il loro giornale il Ping, prima battuta di un dialogo diffondono con forza le loro idee, che imprimono nei cuori e sulla carta stampata. Poi il trasferimento a Monterocchetta, dove si mette a lavorare sull’esempio di don Lorenzo Milani, e fa di Monterocchetta la “sua” Barbiana. L’urgenza è la scolarizzazione dei ragazzi, troppi di loro non studiano; la casa canonica diventa una scuola aperta a tutti 365 giorni all’anno. C’è la cura umana, sociale e spirituale da garantire agli adulti: il giovane sacerdote passa notti insonni a cercare soluzioni. La società monterocchettese si avvia a forme di emancipazione insperate, a contaminazioni culturali ed incroci umani che fanno crescere la comunità, anche grazie ai suoi “giovani” che da Benevento lo hanno seguito sulle montagne di Monterocchetta. Per oltre 40 anni, precisamente dal 22 luglio 1971 al 15 ottobre 2012 è parroco di Monterocchetta e guida anche la parrocchia di Toccanisi e quella di San Marco evangelista in San Marco ai Monti, dopo una lunga e felice collaborazione con il precedente parroco, don Antonio Minichiello. Per diversi anni insegna Lettere nel Seminario arcivescovile di Benevento e poi Religione cattolica nel Liceo scientifico del capoluogo e nella Scuola media di San Nicola Manfredi. Vicario per la pastorale nell’arcidiocesi sannita dal 1994 al 2006, mette al servizio dei confratelli la sua capacità di ascolto e l’empatia, che gli deriva dalla conoscenza delle difficoltà della vita sacerdotale. Dal 27 ottobre 2001, giorno della riapertura al culto della basilica dell’apostolo senza falsità, lungo corso Garibaldi a Benevento, dedica le sue forze al nuovo incarico e la Basilica diviene fulcro di iniziative culturali e pastorali. Sacerdote che vive la sua missione, nei luoghi dove la Chiesa lo ha chiamato, in piena fedeltà al vangelo. Prete educatore con l’intento di risvegliare nelle persone l’umano per aprirle al divino. La sua eredità in tre parole: “accoglienza, sincerità e libertà”. |
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Sabino Cubelli |